ESCLUSIVA VG - Il Tempo, Magliaro: "Stadio? Se vince il no, la Roma potrebbe ricorrere al TAR. Vi spiego il rischio idrogeologico"

08.02.2017 12:43 di Marco Rossi Mercanti Twitter:    vedi letture
Fonte: VG Radio
ESCLUSIVA VG - Il Tempo, Magliaro: "Stadio? Se vince il no, la Roma potrebbe ricorrere al TAR. Vi spiego il rischio idrogeologico"

Fernando Magliaro, giornalista de Il Tempo, è intervenuto ai microfoni di VG Radio:

Cosa è successo ieri nell'incontro per lo stadio?
“Nulla di eclatante secondo me, quando sono iniziati i colloqui tra proponenti e Campidoglio, sentiamo le stesse cose da tre mesi. Togliendo di mezzo le battute, il problema principale è la volontà politica del Campidoglio, la maggioranza è divisa tra chi è contrario e chi è favorevole. Nessuna delle due forze è grande abbastanza per sovrastare l'altra, quindi che tavolo tecnico fai se la situazione è questa? Ora vedremo, serve ottimismo e io invito a non nutrire eccessiva fiducia e sono comunque pronto a essere smentito, dico solo che tutto ciò comincia a essere ripetitivo. Vi ricordo che dal punto di vista burocratico, ci sono dei termini che vanno rispettati, che possono anche essere lunghi. Se si va a leggere il parere della mobilità, si parla di due opere: il ponte carrabile sul Tevere e il rifacimento della Via del Mare. Il problema è stabilire di chi sarà la proprietà del ponte carrabile e questo è un altro problema e potrebbe portare a un procrastinamento delle decisioni. La burocrazia è come un professore universitario: se vuole, ti boccia o ti rimanda”.

Berdini è uno dei talebani del no?
Berdini è all'interno di una compagine governativa che non brilla per competenza dei singoli esponenti. Pur non condividendo ciò che dice, bisogna dire che è coerente, ha sempre motivato le sue antipatie e le sue idee. Ha una visione che non condivido ma che rispetto, bisogna riconoscerne il valore e il fondamento. Non si può lasciare le chiavi della città al privato, è questo il suo pensiero e direi anche che ha ragione, ma non siamo più negli anni '70, siamo in un periodo diverso e mi rendo conto che non posso pensare come 40 anni fa. Lui ha anche un valore accademico, come concilierà queste sue idee non lo so, se il sindaco è favorevole e l'assessore no, uno dei due deve mollare la partita, quindi o Berdini prende atto dell'incompatibilità delle sue idee e si dimette, oppure è il sindaco che lo fa dimettere. La Raggi ha il potere di sostituirlo? Un nome altrettanto valido come sostituto non esiste, vediamo Berdini nella sua completezza politica, è un uomo tutto di un pezzo, nemico dei palazzinari e difensore della giustizia, se lo si caccia non so se la Raggi possa reggere una botta del genere. Qualcuno al di sopra della Raggi potrebbe decidere di rimuoverlo oppure stiamo parlando del nulla, io non penso che se ne va Berdini, ha un obiettivo preciso cioè quello di cambiare il piano regolatore ed è sbagliato. Finché potrà mettere mano al progetto, non se ne andrà, lui ha già smentito l'intervista de La Stampa, non so che cosa dirvi, magari alle 17 ci sarà uno showdown e non sarà più assessore, non ho la palla di vetro. La situazione è questa, per il resto ci andiamo a incartare, è un problema di volontà. Non c'è alcun riferimento al problema delle cubature, è un problema politico, si deve trovare un accordo con i proponenti che non proponga radicali cambiamenti nella delibera, se non arriva a questo parliamo di aria fritta. Vediamo cosa deciderà la Conferenza dei Servizi, poi il Comune deve approvare la delibera che ne uscirà fuori e poi il testo della convenzione urbanistica, poi inizieranno le opere private e i lavori di demolizione. Se c'è il no, Dio vede e provvede, la Roma potrebbe decidere di andare al TAR, ci sono infinite possibilità”.

Rischio esondazione della zona?
“Aspettiamo di vedere il parere amministrativo alla presidenza del consiglio dei ministri, da quello che io so la lettura della lettera del 20 gennaio sarà confermata. L'area di Tor di Valle è stata indicata come R3, cioè rischio elevato 3 su 4, si può riconsiderare questo rischio solo dopo la costruzione delle opere, le norme mi impongono di procedere alla revisione del passaggio solo quando le opere sono collaudate dalla Regione Lazio. Quando avrà fatto questo, la Regione manderà una richiesta e ci sarà un Decreto che abbrevierà i tempi di queste aree. Questo è l'iter, le opere devono essere fatte per prime per eliminare il rischio idrogeologico, non c'è il rischio d'esondazione del Tevere, il problema è il fosso di Vallerano che, con grande frequenza, rigurgita perché il fosso è troppo piccolo con il fiume che fa da muro e l'acqua va indietro. Il secondo punto dice che non si devono fare opere che assorbano l'acqua, non deve modificare questo valore, se il terreno assorbe X, quell'X deve restare sino al termine dei lavori. Se faccio una superficie in cemento dei parcheggi, il terreno non assorbirà più, potrebbe mettere delle mattonelle che facciano passare l'acqua nel terreno. Questo è il rischio idrogeologico, negli ultimi 10 anni ci sono state tante bombe d'acqua e nessuno vuole trovarsi la macchina inondata nel parcheggio dopo una partita, qui sono stati chiamati fior fiori di progettisti, pensare che sbaglino cose di questo genere non lo vedo possibile. Il Campidoglio dice che la variante non si può fare se non si elimina il rischio idrogeologico, se riesco a parlare con il Campidoglio vi farò sapere”.