Uno, nessuno e centomila

01.06.2015 00:00 di  Alessandro Carducci  Twitter:    vedi letture
Uno, nessuno e centomila

“Si sa che le conferenze stampa fanno parte dello show”, la giustificazione di Rudi Garcia al termine del derby contro la Lazio, in merito alle frecciatine lanciate il giorno precedente proprio ai cugini biancocelesti. Per il tecnico giallorosso, la comunicazione è molto importante e fa parte del gioco, dello show, è un'arma (a doppio taglio, occhio) da poter utilizzare per raggiungere il proprio obiettivo. Questo anche il motivo per cui, dopo la gara contro la Juve, aveva affermato senza mezzi termini: “La Roma vincerà lo scudetto, siamo più forti”. In quel momento, a torto o a ragione (la storia dirà a torto), Garcia credeva che la squadra dovesse spingere sull'acceleratore e convincersi realmente della possibilità di vincere il campionato. Credeva che bisognasse giocarsi il tutto per tutto, senza falsa modestia ma anzi alzando l'asticella (e quindi anche la pressione).

Quando Pirandello scrisse “Uno, nessuno e centomila” intendeva dire che ognuno di noi non è una sola persona ma che viene percepito in modo diverso dagli altri. L'illusione che una persona sia unica viene sostituita dalla consapevolezza che gli altri ci vedano ognuno in modo diverso.
Rudi Garcia, al contrario, indossa una maschera diversa in ogni occasione. Quando crede che occorra dare la carica fa il duro, lo spavaldo, quando sente di dover punzecchiare l'avversario si regola di conseguenza, quando invece vuole abbassare la pressione indossa la maschera dell'uomo cauto e giudizioso. Non sono gli altri a vederlo ognuno in un modo diverso ma è lui stesso a dare ogni volta un'immagine diversa di sé.
Più che sulle sue parole, quindi, bisognerebbe concentrarsi sulle motivazioni che lo hanno spinto a pronunciarle.
E regolarsi di conseguenza.