Un derby che è lo specchio di tutte le cose che non vanno nella Roma

La Roma non ce la fa e perde il derby e una nuova occasione per regalare una gioia ai propri tifosi o per uscire fuori da un loop che la vede quasi sempre sconfitta nelle partite contro le big italiane. Al netto di alcune statistiche impietose per la Roma e Mourinho contro la Lazio, come la quarta sconfitta su sei derby giocati e il quarto derby consecutivo senza segnare un gol, la partita è lo specchio di tutte quelle che sono le difficoltà della Roma. 

Partiamo dall'episodio chiave, il rigore provocato da Huijsen e trasformato da Zaccagni. Qui il problema è quello legato al fatto che la Roma è costretta a giocare un derby con titolare un giovane preso in prestito dalla Juventus, perché un titolare è in Coppa d'Africa, uno è desaparecido e altri due sono infortunati. 

Il gol avviene nel secondo tempo, un secondo tempo iniziato senza Dybala. Ecco un'altra grande difficoltà cronica di una squadra legata alle giocate del proprio numero 21, un top player per la Roma e i top player che la Roma si può permettere sono tutti calciatori con determinati problemi per cui i top club hanno optato per altri profili. Detto ciò, senza Dybala il gioco (quel poco che c'è) sparisce. 

Al suo posto è entrato il capitano della squadra, Lorenzo Pellegrini e anche questa è una delle difficoltà della Roma, una squadra dove il proprio capitano (che avrà tutti gli alibi di questo mondo) è spesso costretto a giocare acciaccato, poi in campo un Rovella qualsiasi gli gira intorno. 

Il tutto contornato da un non gioco e con un piano tattico che consiste nell'inserire tutti gli attaccanti possibili, spezzando la squadra in due tronconi, per poi buttarla in caciara sul piano emotivo e disciplinare. 

A non andar bene alla fine sono sempre le stesse cose a cui non sembra esserci una cura o una soluzione.