Tiago Pinto fa ormai parte della storia e si merita tutti gli onori

02.02.2024 18:30 di  Alessandro Carducci  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
Tiago Pinto fa ormai parte della storia e si merita tutti gli onori
Vocegiallorossa.it

Il Governo Pinto era già finito a inizio gennaio e si pensava che il calciomercato di gennaio servisse solo a gestire l’ordinaria amministrazione in attesa delle nuove elezioni. Invece, il General Manager dell’area sportiva se ne va dopo aver messo a segno una doppietta insperata. Inseriamo Huijsen nell’ordinaria amministrazione, un’operazione ormai vetusta e già ingiallita come il contesto in cui è nata e si è sviluppata. Tra l’altro, il giovane bianconero è venuto a Roma contando di trovare Mourinho e, soprattutto, la difesa a tre, con altri 3 difensori sani, uno in ripresa dopo un lunghissimo infortunio (Kumbulla) e uno scomparso da settembre (Smalling). Con De Rossi, invece, la Roma è passata a 4, Smalling è tornato timidamente ad allenarsi e, se l'inglese dovesse tornare operativo a breve, il giovane juventino diventerebbe il quinto difensore dopo Smalling stesso, Mancini, Llorente e Ndicka, in un sistema di gioco che ne prevede due. I casi della vita.

UNA BELLA VACANZA – Immaginiamo Tiago Pinto, ora, con la valigia in mano, la camicia hawaiana e gli occhiali da sole, desideroso, dal 3 febbraio, di spegnere il telefono e di prendersi il meritato riposo. Trattato spesso con sufficienza dall’ambiente, è stato stritolato dalla potenza mediatica di Mourinho e dal silenzioso carisma dei Friedkin. Quando la Roma piazzava dei bei colpi, Lukaku e Dybala in primis, era merito delle telefonate dello Special One e dei Friedkin, che andavano anche a prendere la star di turno con il proprio aereo personale. Quando le cose andavano male, invece, era chiaramente, e solamente, colpa di Tiago Pinto, del suo sorriso sornione, del suo fare tranquillo, del suo aspetto da “nulla si crea, nulla muore, tutto si trasforma”. Un Panta Rei costante, un fluire quasi distaccato osservando i fatti della vita, almeno esteriormente, perché in realtà Tiago Pinto ha spremuto ogni goccia del proprio sangue per far quadrare i conti, dovendo rinforzare la Roma sgusciando tra i 3000 paletti della UEFA e della Serie A come un Alberto Tomba dei giorni nostri.

ERRORI – Ha sbagliato anche lui, ovviamente. Basterebbe citare l'ossessione Renato Sanches, i soldi spesi per Shomurodov e Vina o la gestione di Zaniolo, non ceduto dopo la Conference a cifre sicuramente superiori a quelle ricavate dopo pochi mesi, ma, si sa, non sbaglia solo chi non fa. 

LA SCELTA DEI CALCIATORI – Sarebbe stato curioso vederlo all’opera anche con un altro tipo di allenatore, per valutare il suo operato a 360 gradi, avendo visto in pochi giorni gli arrivi di due buonissimi calciatori come Angelino e Baldanzi, soprattutto quest'ultimo un giovane di prospettiva, un acquisto in controtendenza rispetto agli ultimi anni.

IL BILANCIO – Se ne va con la Roma che, sotto la sua gestione, ha vinto la Conference League e ha sfiorato il bis con l’Europa League. Ha commesso degli errori ma anche fatto un miracolo con le plusvalenze trovate, lo scorso giugno, senza cedere alcun titolare. Mai una parola fuori posto, il portoghese, per alcuni, è stato forse troppo tiepido nel farsi sentire dopo le partite. La storia, con il tempo, emetterà la sua sentenza. Al momento, non si può non fargli l’in bocca al lupo. Ha fatto parte della storia della Roma, ha vinto e si merita tutti gli onori.