Punti sì, maturità no: la Roma europea deve ancora studiare

05.11.2015 10:50 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Punti sì, maturità no: la Roma europea deve ancora studiare
Vocegiallorossa.it

Con la vittoria di ieri contro il Bayer Leverkusen, la Roma si è rimessa in carreggiata per quanto riguarda il discorso qualificazione agli ottavi di finale di Champions League e questa è sicuramente la cosa che contava di più, visto che la vittoria nella coppa dalle grandi orecchie mancava ormai da più di un anno e che non ottenere i tre punti avrebbe reso fallimentare il cammino europeo già dopo quattro partite.

GEGENROMA? NO, ROMA E BASTA - Il match dell’Olimpico, rispetto a quello della BayArena, ha però fatto registrare un deciso passo indietro sul piano dell’identità di squadra, elemento fondamentale soprattutto a livello internazionale. Se in Germania, per 70 minuti almeno, i giallorossi avevano mostrato compattezza, idee chiare e coraggio, questo ieri sera è accaduto solamente per 45, vale a dire quelli del primo tempo. Garcia ha preparato perfettamente la gara, Schmidt probabilmente ha sbagliato qualcosa a livello di schieramento iniziale e la Roma ha avuto vita facilissima in transizione, sembrava quasi rivedere stralci del match contro il CSKA Mosca. Poi, però, è bastata una sola mossa del tecnico delle aspirine per mandare in totale confusione la Roma; ma più che l’ingresso del pur buon Bellarabi, ai giallorossi sono mancate ancora una volta la malizia e l’unità di squadra sempre necessarie a certi livelli, soprattutto dopo la lezione della partita di andata. Quanto accaduto dopo il 2-2, poi, è la chiara dimostrazione che non sarebbe servito poi molto per cavarsela con meno difficoltà: alla Roma è bastato semplicemente ricominciare a giocare per indurre in errore i tedeschi, a testimonianza di una qualità individuale e di un momento non estremamente positivo che andavano sfruttati meglio. In sintesi: attestato di maturità europea ancora da conseguire, ma punti benedetti ottenuti, anche, grazie a un maggiore peso dei singoli.

DZEKO, ERA ORA! - Specie quell’Edin Dzeko che, pur offrendo buone prestazioni nel ruolo di uomo-squadra, dopo la negativa partita con l’Inter si stava pian piano avvicinando al ciclone delle critiche a causa di un gol che non arrivava dal 30 agosto scorso. Ma i grandi calciatori due partite di fila non le sbagliano quasi mai, e così il gigante buono ha messo in campo tutte le sue straordinarie qualità, prima travestendosi da numero 10 puro e servendo un gioiello a Salah, poi rimettendosi finalmente la sua maglia numero 9, battendo Leno con facilità per il 2-0 e lottando nel secondo tempo per aiutare i suoi a tornare in vantaggio, con lo zampino nell’azione del rigore del 3-2: senza di lui, difficilmente il traversone di Torosidis avrebbe trovato un destinatario e l'azione poi culminata con il fallo di Toprak su Salah forse non sarebbe mai nata. Classe e potenza, qualità e grinta: da tanto non si vedeva da queste parti un attaccante completo come il bosniaco, il cui apporto nelle due fasi va semplicemente bilanciato meglio per poter avere, oltre a un collante decisivo per la manovra, anche quella dose di gol indispensabile per giocarsela al massimo in campionato.

DERBY: CHI GIOCA? - Campionato che vedrà ora il derby contro la Lazio, terzo impegno di una settimana cerchiata in rosso dal giorno del sorteggio di Champions League e che potrebbe essere superata in un modo tutto sommato positivo in caso di vittoria nella stracittadina. Garcia dovrà però fare i conti con squalifiche e infortuni: non ci sarà Pjanic, sospeso dal giudice sportivo dopo l’espulsione di San Siro, sono in dubbio le condizioni di Florenzi, Maicon e De Rossi e Keita avrà appena una settimana di allenamenti nelle gambe dopo diverse settimane ai box. Si rischia di mettere in campo una formazione con poco fosforo e pochi ricambi, ma Garcia ha già dimostrato di saper uscire da situazioni di emergenza e dovrà fare nuovamente di necessità virtù: in un campionato così equilibrato, ogni vittoria ha un peso specifico maggiore del normale e mancarla nuovamente, oltre a peggiorare la situazione di classifica, alimenterebbe dubbi e malumori con due settimane di sosta da affrontare.