L'altra strada

31.10.2016 10:52 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
L'altra strada
Vocegiallorossa.it

Si fa presto a guardare avversario, punteggio e tabellino e portare subito l’obiettivo sulla mancanza di presenza, forza, veemenza sufficiente per portare via i tre punti da un campo non certo tra i più ostici della Serie A. È una storia vista e rivista, anche con Spalletti, anche proprio a Empoli, dove spesso la Roma ha lasciato per strada punti, a volte non approfittando di scontri diretti negli altri match del turno (nel 2007 fu Juventus-Inter, oggi è Juventus-Napoli, la giornata è la stessa - l’undicesima -, la sostanza pure). Guardando però più a fondo, la differenza non sta in quello che si poteva fare e non si è fatto, ma in quello che si dovrebbe e che non si riesce a fare. Nello specifico, dimostrare di essere efficaci anche in quelle situazioni in cui, giocoforza, non si riesce a stare al massimo per troppi minuti. Al Castellani, per una buona mezz’ora - sommando i 20 minuti iniziali e i 10 finali - la Roma ha creato sufficienti presupposti per segnare e presumibilmente vincere la partita, scontrandosi con un grande Skorupski (lo stesso che nell’ultimo precedente di qualche mese fa non brillò, tanto per sfatare il luogo comune dell’ex sempre sugli scudi).

Può capitare, è nella normalità delle cose una non corrispondenza esatta tra sforzo e risultato; è meno lineare il fatto che a uno sforzo minore difficilmente, o almeno più difficilmente rispetto ad altri, possa corrispondere un risultato maggiore. E l’analisi, dunque, si sposta sulla parte centrale di gara, in cui un campo non certo perfetto, l’ottima aggressività degli uomini di Martusciello e l’imprecisione di alcuni elementi (su tutti Mohamed Salah, a tratti anche incapace di trovare una posizione univoca sul campo) hanno rallentato i giri del motore della Roma. È in quei momenti che bisogna trovare un piano B, una via di fuga per non rimanere impantanati nella ricerca di combinazioni che spesso riescono, ma a volte, specie giocando ogni tre giorni e con l’handicap dei ripetuti infortuni, possono non farlo. Un tempo non c’era neanche un centravanti da cercare per guadagnare metri facili sul campo, oggi c’è anche quello: non ci sono dunque più scuse per non esplorare quella via che magari non piace e che alla lunga non porta lontani, ma che in qualche caso serve per aggirare qualche ostacolo lungo la strada principale. che resta quella da percorrere per arrivare il più velocemente possibile alla meta. “Dobbiamo essere bellissimi per vincere, a volte belli non basta”: Spalletti ha ovviamente centrato il punto, a lui e alla Roma il compito di migliorarsi.