Il senso della misura di Daniele De Rossi

25.02.2024 15:30 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Il senso della misura di Daniele De Rossi
Vocegiallorossa.it

Daniele De Rossi ha aggiunto un’altra tacca alla sua (ancora breve) esperienza da allenatore della Roma: pur rimanendo a 0 nello score delle partite vinte in Europa, ha superato il suo primo turno a eliminazione diretta, reso ancora più tensivo dall’inevitabile paragone col recente passato che avrebbe sfondato per la prima volta gli argini in caso di eliminazione per opera del Feyenoord.

Così non è stato e la Roma ha vinto l’eliminatoria in modo simile ma allo stesso tempo dello scorso anno, andando due volte sotto, pareggiando entrambe le volte, ma soprattutto stando attenta a non commettere errori che potessero mandare all’aria tutto il lavoro più che cercando di chiudere il conto "di forza" nei supplementari come accaduto nella scorsa stagione. Sappiamo bene come De Rossi abbia in mente un calcio più brillante e associativo, ma contro il Feyenoord - e non solo - il tecnico giallorosso ha dimostrato di avere un senso della misura che gli fa capire quando si deve spingere e quando no, quando si deve osare e quando non si può, quando bisogna saper soffrire e quando giocare leggeri.

E volgendo la testa dal recente passato al prossimo futuro, ora De Rossi è atteso da un duello contro quel Roberto De Zerbi da cui è andato a studiare in passato, e che spesso viene accusato di non averlo, quel senso della misura, quando mette in campo il suo Brighton, che ha preso dalle bassissime posizioni di classifica in Premier League e lo ha portato in Europa e a vincere un girone con due grandi storiche, seppur un po’ decadute, come Ajax e Olympique Marsiglia. 

Un duello in cui la tentazione di andare pugno a pugno - come faceva, per esempio, Paulo Fonseca proprio contro De Zerbi - è fortissima, ma alla quale la Roma saprà resistere se De Rossi metterà in campo la stessa scaltrezza vista in queste prime partite da tecnico della Roma e anche contro il Feyenoord. Dopotutto, quel senso della misura l’ex 16 lo ha mostrato anche dopo la fine della partita, quando avrebbe voluto fare tutto il giro di campo e si è fermato invece solo sotto la Curva Sud, “perché sono solo i sedicesimi di finale”. A marzo saranno ottavi, ma la mentalità deve essere la stessa.