I cross sono i nuovi nemici della Roma e di Mourinho

14.01.2024 18:25 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
I cross sono i nuovi nemici della Roma e di Mourinho
Vocegiallorossa.it

Quando i risultati non sono positivi, chi viene contestato spesso e volentieri è l’allenatore. Quando l’allenatore viene contestato, lui e chi lo supporta provano a spostare la contestazione su altro. Succede (troppo) spesso da queste parti, succede anche altrove: fino a un certo punto, è giusto che ognuno difenda la propria posizione per evitare di crollare e farsi sopraffare, Mourinho sullo spostare l’attenzione - anche in momenti positivi - ci ha costruito una carriera ed è normale che lo faccia anche questa volta.

Quello che colpisce, in questo caso è su cosa in molti - tecnico in primis - stanno spostando l’attenzione per cercare di direzionare altrove le critiche altrimenti rivolte proprio all’allenatore. Di solito si parla degli arbitri, della mancanza di un supporto dirigenziale, della preparazione atletica e di tante altre cose. Si parla anche dei giocatori non all’altezza come si sta effettivamente facendo anche in questo caso, ma stavolta si è andati più sullo specifico e si è arrivati a concentrarsi su un aspetto del gioco che non potrebbe essere meno indefinito: il cross.

“La Roma non segna e non vince perché crossa male”: la sintesi di circa 48 ore di commenti sul derby perso può essere quasi ridotta a questo. Nel postgara, Mourinho ha parlato di questo senza lasciare dubbi: “Facciamo tanto lavoro sugli esterni, ma poi non arriviamo al cross: o va basso o alto, sul secondo palo o sul primo, non facciamo un cross. Facciamo grandissima fatica con il gioco che sviluppiamo ad arrivare in quelle posizioni. E quando arriviamo lì non abbiamo continuità”. Ora, la buona notizia è che, per una volta, almeno si parla di calcio e questo, rispetto ad altre occasioni, è senz’altro un passo avanti. 

Quella cattiva è che, forse, ricondurre alla mala esecuzione di un passaggio importante ma statisticamente mai troppo decisivo come un cross, potrebbe essere un po’ limitativo, e diventa ancora più limitativo ricondurre a sua volta la mala esecuzione di un cross alle abilità tecniche di giocatori di livello internazionale (perché se hanno vinto una Conference League e sono arrivati in finale di Europa League sono giocatori di livello internazionale), senza considerare che il cross va preparato, va eseguito e va ricevuto, con chi riceve il cross che deve lavorare anche per il compagno che lo esegue, e altri calciatori che devono riempire l’area per fornire più soluzioni e porre più dubbi a chi da quel cross si deve difendere, aumentando la possibilità di errore e quindi l’efficacia dell’azione offensiva. Insomma, anche una singola azione come questa è frutto di un lavoro di squadra, non certo di due soli calciatori. 

L’abilità individuale ha senz’altro un grosso peso nella riuscita o meno di qualsiasi cosa, nel calcio anche il collettivo ha un suo peso e tante volte in questo sport il totale può essere maggiore della somma delle parti: nella Roma questo non succede e la conseguenza è che le singole parti, forse, diano meno di quanto potrebbero. Nei cross, ma non solo.