Cosa abbiamo capito dopo un mese di De Rossi

18.02.2024 12:45 di  Alessandro Carducci  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
Cosa abbiamo capito dopo un mese di De Rossi
Vocegiallorossa.it

Ridendo e scherzando, è da un mese che Daniele De Rossi siede sulla panchina della Roma.
Il tecnico giallorosso ha, fin qui, ottenuto tre vittorie, un pareggio e una sconfitta, uno score sicuramente positivo considerando che l’unica sconfitta è arrivata contro la capolista.

IL BILANCIO DOPO UN MESE – De Rossi ha avuto, fin da subito, le idee chiare. Il cambio nella comunicazione è stato totale: basta lamentele e tanta fiducia per la sua squadra. “Siamo forti”, ripete continuamente il neo tecnico giallorosso, che finora non ha mai parlato di arbitri né cercato alibi.

SI PARLA SOLO DI CALCIO – Nelle conferenze stampa e nelle interviste post partita si parla, così, solo di calcio. Niente lamentele, solo calcio, tattiche, idee.

DIFESA TOTALE DELLA SQUADRA – De Rossi ha, fin qui, sempre difeso i suoi giocatori. Non è stato Llorente a scordarsi di marcare Paixao, ma è stato lui a non aver lavorato abbastanza sulle situazioni di cross e su come occupare l’area. I calciatori vengono preservati e, dopo le montagne russe vissute con Mourinho, la parola d’ordine a Trigoria è normalità. Nel privato, come dichiarato dallo stesso De Rossi, il tecnico evidenzia gli errori ai singoli calciatori ma in pubblico la difesa dei suoi è totale. Si parla solo di calcio.

FUNZIONI, NON RUOLI – E, a proposito di calcio, più volte De Rossi ha ripetuto che ormai non esistono più ruoli, ma funzioni. Si vede che l’allenatore capitolino è fresco di studi e corsi a Coverciano. Da tempo, infatti, nelle segrete stanze del tempio del calcio italiano viene ripetuta questa frase, coniata da Antonio Gagliardi (ex capo Match Analyst della Federazione), simbolo del calcio liquido in cui nulla è più ingessato. I moduli cambiano più volte, con uno schieramento in fase di costruzione e uno in fase difensiva (come il 4-4-2 in fase di non possesso a Rotterdam). Gli stessi calciatori ruotano e possono cambiare posizione in campo nel corso delle azioni e del match ma è la funzione quella che conta, cosa fa il giocatore in campo. Il calcio è sempre più fluido ed è pericoloso codificare troppo le situazioni. Si va sempre di più verso un calcio fatto di principi, con i giocatori che devono avere ampie capacità di lettura per poter interpretare al meglio le diverse fasi del gioco. È questo il calcio a cui si ispira De Rossi.

IDEE MA ANCHE PRATICA – De Rossi ha le idee molto chiare, ha in mente un calcio fatto di palleggio e qualità ma, non per questo, è privo di senso pratico. Basta leggere cosa ha dichiarato dopo la gara contro il Feyenoord: “Il calciatore deve annusare se loro stanno prendendo il sopravvento. Delle volte reagire da squadra offensiva e aggressiva è spararsi sul piede da soli. Bisogna fare tra virgolette i provinciali e gli ignoranti in certi momenti, il risultato viene prima di tutto. Piacerebbe anche a me finire la partita pallegiandogli in faccia, ma ci sono gli avversari e dovremmo operare la gara conoscendo anche loro”. Tradotto: va bene la filosofia e le idee ma se c’è da fare quadrato e sparare via il pallone si fa e si porta a casa il risultato. Intelligente, pratico e, allo stesso tempo, moderno. Non potrebbe esserci un miglior biglietto da visita.