Sabatini: "De Rossi? Non è sul mercato. Vucinic? Preferirebbe andare all'estero. Società? Sono stato rassicurato" FOTO! VIDEO!

Dagli inviati Alessandro Carducci, Emanuele Melfi e Gabriele Chiocchio
24.07.2011 16:00 di  Alessandro Carducci   vedi letture
Emanuele Melfi
Emanuele Melfi
© foto di Voce giallorossa

A breve la conferenza stampa del ds della Roma, Walter Sabatini. Segui la diretta testuale e fotografica su Vocegiallorossa.it!

Le parole di Baldini su Totti, c'è stata già la mediazione da parte sua?

"Non farò mediazione perché il rapporto tra di loro è tale che non occorre mediazione ma ho già parlato con Francesco. Quello che ha detto lo condivido. Io sono stato scelto per un progetto che abbia certi requisiti. Poi in un'intervista capita che venga fuori un aggettivo piuttosto di un altro ma credo sia un problema minimale".

L'operazione Menez porta a Stekelenburg?

"Non abbiamo bisogno di finanziarci in questo modo. La cessione di Menez è stata dolorosa anche se ancora non è ufficiale. Gli ho dato il permesso di assentarsi per trattare con il PSG ma ancora non abbiamo firmato anche se sarà molto problabile"

Stekelenburg?

"E' un portiere dell'Ajax"

Martedì ci sarà l'incontro tra l'agente di Vucinic e il Manchester..

"Ieri gli ho fare delle cose incredibili. Ho parlato prima con un allenatore di una squadra itneressata a Vucinic ma gli ho detto che probabilmente non lo prenderanno. Sarebbe una cessione dolorosa, come quella di Menez e mi spiace non aver potuto lavorare con lui. Complimenti a chi ha preso questi due giocatori. Uno quasi sicuramente andrà via, l'altro è probabile".

De Rossi?

"Non è oggetto di mercato, non è mai stato messo sul mercato e mai sarà messo su mercato. C'è una negoziazione in corso ma non apriremo trattative per lui".

Come state vivendo questo momento societario? E' tutto sotto controllo?
"Io tranquillamente, perché colgo una conflittualità speculare a quelle che ho tutti i giorni con 50 persone, quando faccio le trattative. Mi sono presentato qui con la stessa veste di un mese fa. Io sono il DS di questa società, scelto dagli imprenditori che la stanno acquistando e sostenuto dai soci di minoranza.

Lei un uomo voluto dalla parte americana della società. Ci dobbiamo aspettare ipotesi di colpi di scena?
"Io non me le aspetto. Ho detto apposta che mi sono presentato qui con la stessa sensazione di un mese fa. Sto lavorando per la società che mi ha scelto. Non è cambiato nulla e lo dico nell'esercizio delle mie funzioni. Sto esercitando un ruolo e lo sto facendo sapendo che questa società sarà in mano a degli imprenditori americani, con azionista di minoranza".

Secondo qualcuno a questa Roma manca la "ciliegina sulla torta". Sarà Pastore o pensate ad un altro?
"Dovrei dare una risposta definitiva su Pastore, non voglio generare confusione. Pastore è stata la mia più grande soddisfazione per come si è imposto. Si tratta di un calciatore speciale. Orrico ha detto che "Pastore vede le linee oscure di passaggio". Non è un calciatore che potrà venire a Roma anche per una mia scelta: intanto non mi piace riproporre giocatori che ho già avuto modo di gestire, e poi Pastore appartiene a una tipologia di mercato che la Roma sarebbe sbagliato se percorresse. Mi assumo questo rischio, dicendo che la Roma ha già fatto uno scoop da bagno di folla e se ne accorgerà presto. Vi lascio a voi la possibilità di scegliere.

Lamela?
"Non sono un uomo prudente, credo che se sostenuto rappresenterà a breve quello che rappresenta Pastore, anche tenendo conto che la Roma non è il Palermo".

L'allenatore?
"Rappresenta quello che io ho anticipato un po' di tempo fa: la rivoluzione culturale. L'allenatore è un tassello di questo percorso che vogliamo intraprendere. Ve ne siete accorti molto più di me. Credo che questo mister abbia già dato dimostrazione di quello che si vuole fare. Nulla di speciale o di innovativo, ma vogliamo interpretare il calcio in un modo diverso".

Se non andasse a buon fine la trattativa del rinnovo di De Rossi si andrà a parametro zero?
"Corriamo il rischio che questo succeda. Preferisco fare una trattativa lunga e dolorosa per cercare di trattenere il giocatore piuttosto che dismetterlo oggi. Poi il calcio pone in situazioni imprevedibili. La società farà di tutto per trattenerlo, e ciò comporta una trattativa a oltranza".

Si è trovato a operare con un budget minore?
"Mi è stato chiesto di far calcio, io lo faccio con le mie qualità e i miei difetti. E' suggestivo cercare giocatori da 60 milioni, ma vedo che non se lo può permettere nessuno e la Roma non vuole fare quel tipo di scelta. Il budget è più che sufficiente".

Qualora la trattativa per la cessione della società saltasse, lei si dimetterebbe?
"Perché dovrebbe andar male la trattativa? Non c'è trattativa, solo dettagli da sistemare. Sarà molto difficile, io mi sento responsabile verso la gente. In questo caso non servirebbero gesti plateali, servirebbe coscienza e altri requisiti che non ho come caratteristica. E' un pensiero che non mi sfiora neanche, non succederà nulla di tutto questo. Io sono il DS della Roma finché non mi cacceranno. L'operazione andrà in porto come è stato detto tempo fa".

Le dichiarazioni di Totti possono minare l'equilibrio nello spogliatoio?
"Io ho visto un bello spogliatoio. Questo spogliatoio è fatto da persone  serie, la maggior parte delle quali affezionata alla maglia della Roma e al suo progetto. Rilevo che il gruppo di lavoro che conduce lo spogliatoio è coinvolgente. Questo allenatore riesce a scegliere la parte ludica in modo eccezionale, le motivazioni sono forti in tutti i calciatori, lo stesso Totti è molto sereno. Non dobbiamo preoccuparci che qualsiasi cosa possa inquietare lo spogliatoio. Lo spogliatoio dev'essere inquieto, altrimenti non si dice nulla".

Stekelenburg resta un obiettivo primario per la Roma?
"Penso che quando la squadra rientrerà a Trigoria per lavorare ci sarà un portiere, un nuovo portiere".

Questione extracomunitari: Lamela è un giocatore tesserato da comunitario?
"Sì".

La situazione di Barusso serve per liberare un posto?
"Barusso io lo devo considerare un giocatore della Roma, non un mezzo per liberare uno slot da extracomunitario. Se non verrà risolta la sua situazione, non prenderemo extracomunitari".

Ha sempre speso parole importanti per Vucinic, mentre Luis Enrique ha sempre glissato. Se dovesse andare via di chi sarebbe la decisione?
"Del calciatore. Non voglio addossare una decisione del genere al giocatore, ma di certo l'allenatore non mi ha chiesto di dismettere Mirko Vucinic. Vuole un atteggiamento generale univoco, finalizzato a intraprendere le cose in una certa maniera. Vucinic piace all'allenatore, ma a chi capisce di calcio non può non piacere. Se un allenatore fa certe affermazioni, lo fa tenendo conto anche delle sensazioni".

Ha parlato di litigiosità...
"E' una divagazione lessicale, ho fatto riferimento alla mia litigiosità".

Paragonandola alla sua, in questo caso si parla di due parti che diverranno soci. Questo livello di tensione non le dà qualche perplessità rispetto al suo futuro lavoro?
"No, per niente. Io sono certo che le cose si aggiusteranno. Il calcio per me è una cosa esclusiva, non mi faccio contaminare da fattori esterni. Lo voglio far bene, non mi faccio contaminare da un pensiero che non sia centrale, e finalizzato a cercare le cose che io voglio fare".

Con l'arrivo di Heinze, il reparto difensivo può dirsi completato?
"Dobbiamo certamente prendere un altro difensore. Dobbiamo essere garantiti, anche se Antei è in crescita esponenziale e mi piacerebbe tanto che tanti romani potessero giocare nella Roma. Antei è molto giovane e prenderemo un quarto difensore centrale. Prenderemo un centrocampista e poi, qualora dovesse uscir Vucinic, prenderemo un altro attaccante".

Il terzino destro?
"Cicinho gode della stima dell'allenatore. L'ho detto a Cicinho: cerca di cogliere il senso della fortuna. Potrei definirlo un reietto, non l'avevo neanche messo in lista per il ritiro, poi Luis Enrique mi ha chiesto di confermarlo. Deve molto a Luis Enrique, meno a me. Poi sono un uomo che ha la facoltà di cambiare idea, se ci sono dei motivi per poterlo fare. Cicinho va considerato un titolare, poi c'è Cassetti e non mi devo dimenticare di Rosi. A sinistra c'è Angel che sta dando buoni segnali, e l'acquisizione di Heinze ci fa stare piuttosto tranquilli. Non sono mai totalmente tranquillo".

Cosa è successo nella trattativa per Kameni? Sembra che, come nel caso di Pioli, siano stati dati nomi in pasto alla gente per testare gli umori.
"Non sono così scaltro. Pioli è stato un candidato serio, perché è un bravo allenatore. A Roma c'è un'abitudine antica e comprensibile di promuovere gente che abbia un passato recente eclatanti. Pioli non aveva solleticato nessuna fantasia, è stato un candidato come tanti altri in un range molto ampio che ci ha portato poi a Luis Enrique. Per Kameni è successa una cosa riconducibile alla litigiosità. Avevo stabilito delle condizioni che hanno cercato di rivedere, mi sono inquietato e ci siamo fermati. Potremo sempre ripartire, ma non mi è piaciuto il tentativo di cambiare i termini della trattativa".

Tra i centrocampisti, le piace il nome di Lucas del San Paolo?
"Non sarei molto originale, piace a tutta Europa. Credo che non sarà ceduto in questa stagione, quindi penso che dovremo rinunciare, poi i fatti magari mi smentiranno e mi diranno che sono un "pinguino". E' vero che l'abbiamo molto seguito".

Non crede che l'acquisto di Heinze sia stato sottovalutato in quanto a parametro zero?
"No, non m aspettavo di essere celebrato per il suo acquisto. Dopo averlo preso sono stato molto più tranquillo. Lui ha voluto la Roma, mi ha molto inorgoglito questo fatto. Poi sarà celebrato in campo, perché Heinze è un combattente, che sa quello che vuole e darà un contributo fondamentale".

Si intuisce quasi un amore morboso per il calcio da parte sua. Lei sente il bisogno di avere un presidente appassionato o riuscirebbe a lavorare anche per un soggetto distaccato come una banca?
"Sono abituato a lavorare per presidenti appassionati come Gaucci e Zamparini, che producono fastidi ma anche vantaggi. Preferirei lavorare con presidenti che hanno a cuore le sorti della società. Si configurerà questa situazione della Roma, lavorerò tranquillamente come ho sempre fatto".

Lei si sente di dire che tutto si risolverà a livello societario?
"Interiormente sono certo che tutto si risolverà, ma non sono né un imbonitore né un cantastorie. Io sono certo perché sono stato rassicurato e il mio istinto difficilmente mi ha tradito. Quando ho fatto scelte di istinto non ho mai sbagliato. Tutto andrà come previsto".

Se Vucinic andrà via, lo farà in Italia o all'estero?
"E' molto ambito da società italiane che però non si palesano e che stanno lavorando su altri canali, non sono mai venuti direttamente da noi. Vucinic se lo possono permettere in pochi. C'è un forte interesse anche all'estero, lui preferisce andare all'estero perché ha grande rispetto per la Roma. Ha già rifiutato un'offerta importante, penso che non gli piacerebbe avversario della Roma".

Marchisio è da Roma?
"Dico contro gli interessi della Roma: Marchsio è l'unico giocatore della Juventus che potrebbe interessare. Secondo me è ancora un giocatore dalle potenzialità inespresse".