Florenzi, l'anima della Roma dai gol mai banali

04.05.2015 08:00 di  Claudio Lollobrigida  Twitter:    vedi letture
Florenzi, l'anima della Roma dai gol mai banali
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

Florenzi è l’anima della Roma”. Come spesso gli è capitato da quando è sulla panchina giallorossa, Rudi Garcia non ha usato mezzi per termini per descrivere l’importanza che il numero 24 ha assunto gara dopo gara nella rosa romanista. Che giochi in difesa, a centrocampo o in attacco l’ex Crotone fornisce sempre prestazioni positive e, quando segna, non lo fa mai in modo banale. Tante, infatti, le gemme con cui Florenzi ha impreziosito i suoi primi tre anni a Roma, a partire dal suo primissimo gol con la casacca giallorossa a San Siro contro l’Inter, quando batte di testa Handanovic su cross di Totti in seguito a uno splendido inserimento nel cuore dell’area nerazzurra.

Nella stessa stagione, la 2012/2013, Florenzi castiga ancora l’allora squadra di Stramaccioni, stavolta in Coppa Italia e ancora di testa: palla dalla destra e stacco perentorio all’altezza del dischetto di rigore, con la palla che va a infilarsi all’incrocio dei pali rendendo vana ogni opposizione di Handanovic.

Nella gara d’esordio dell’anno seguente, il 25 agosto a Livorno, Florenzi dimostra di saperci fare anche coi piedi. Lancio millimetrico di Castan e conclusione di collo esterno sinistro dal vertice dell’area. Palla all’angolino opposto, raddoppio e primi tre punti di quella esaltante stagione.

L’Inter sembra portare proprio bene al ragazzo, tanto da segnarle il terzo gol in due stagioni, il secondo a San Siro. Il destro all’angolo con cui trafigge di nuovo Handanovic, dal limite dell’area, è il coronamento di una azione magistrale, iniziata da Totti e Strootman nella trequarti romanista.

Ma è il 12 gennaio 2014 che Florenzi realizza il suo gol più bello in carriera fin qui, che sarà difficilmente superabile anche in futuro. La vittima stavolta è il Genoa, davanti a un Perin il quale mai si sarebbe figurato che qualcuno avrebbe trasformato quella palla vagante in una tale prodezza balistica. Ma il portiere non aveva fatto i conti con Florenzi, che si inventa una sforbiciata a dir poco pazzesca. Palo, gol e l’Olimpico che quasi viene giù.

L’ultima gioia personale della stagione 2013/2014 arriva in casa contro il Torino, quando Florenzi sblocca una gara che sembra ormai avviata verso il definitivo 1-1. La palla in area di Gervinho è quella giusta, anche se forse in posizione un po’ defilata rispetto alla porta di Padelli. Difficile, sì, ma non impossibile per il numero 24, che scaglia un sinistro chirurgico coordinandosi in meno di un secondo. Palla vicina all’incrocio e tripudio romanista proprio nel recupero.

Uno dei punti forti di Florenzi è quello farsi sempre trovare pronto anche quando chiamato in causa dalla panchina. Ne è un esempio la perla realizzata il 27 settembre scorso, che sblocca una partita assai complicata contro un chiusissimo Verona. Anche in questo caso è una palla vagante nella trequarti avversaria ad essere trasformata in oro o, più precisamente, in un destro rasoterra che si insacca a fil di palo. Nuova corsa del centrocampista sotto la Sud e nuovo abbraccio di tifosi e compagni.

Infine, le due prodezze messe a segno contro Sassuolo e Genoa nell’arco di cinque giorni. A Reggio Emilia Florenzi si è esibito in un autentico gol alla Maicon, con tanto di discesa sulla fascia e destro di collo esterno sotto la traversa; allo scadere del match di ieri, poi, una corsa di ben 60 metri fin dentro l’area rossoblu, conclusa con un gran destro scagliato alle spalle di un incolpevole Perin. Duttilità, grinta, polmoni, tecnica e doti balistiche: c’è qualcosa che Florenzi non sa fare?