Destro e l'addio alla Roma, un amore mai del tutto sbocciato

29.01.2015 22:45 di Claudio Lollobrigida Twitter:    vedi letture
Destro e l'addio alla Roma, un amore mai del tutto sbocciato
© foto di Federico Gaetano

Per anni la Roma ha palesato la necessità - mai totalmente appagata - di un bomber d'area che potesse farle fare il salto di qualità in attacco. E con il ritorno, nel 2012, di Zeman sulla panchina giallorossa, il boemo individua in Mattia Destro il perfetto profilo, tanto da spingere la cessione di un altro ragazzo promettente come Fabio Borini pur di strapparlo a Siena e Genoa. Così il 30 luglio di quell'anno l'attaccante cresciuto nelle giovanili dell'Inter approda in giallorosso, con Sabatini che lo strappa alla concorrenza di tutte le big italiane. Ma il numero 22 si trova a dover affrontare per tutto l'anno la convivenza con Osvaldo nel suo stesso ruolo, cosa che lo porta spesso a giocare fuori posizione nel 4-3-3 del boemo. A limitarne il minutaggio arriva anche un infortunio al menisco che lo tiene fuori da gennaio fin quasi al termine della stagione, siglando tuttavia gol importanti per l'accesso alla finale di Coppa Italia, poi persa con la Lazio. Tra alti e bassi - anche di quella Roma - l'annata dell'attaccante di Ascoli Piceno si conclude con lo score di 11 reti in 26 presenze tra campionato e coppa.

All'alba della stagione 2013/2014 nella Capitale arriva Rudi Garcia, l'uomo prescelto per ricostruire le macerie di una squadra allo sbando. Osvaldo saluta per accasarsi al Southampton e l'occasione per Destro di prendersi la titolarità in attacco sarebbe assai ghiotta, se non fosse che una ricaduta dell'infortunio al menisco - con conseguente operazione chirurgica - non gli consente di rientrare in campo addirittura fino all'8 dicembre 2014. Ma proprio in quel giorno - durante Roma-Fiorentina - il rientro assume i contorni di una bellissima favola: Destro entra a gara in corso e spedisce dietro le spalle di Neto non solo il gol del definitivo 2-1, ma anche tutta la rabbia di quei mesi passati come spettatore. Probabilmente, mai come in quel frangente Mattia e il popolo romanista sono stati un tutt'uno.
Da lì in poi l'ex Siena non si ferma più: Rudi Garcia gli dà sempre più spazio e lui lo ripaga con la media gol in rapporto ai minuti giocati più alta d'Europa (1 ogni 76'). Quella fantastica stagione della Roma, culminata con il secondo posto che solo ad agosto sembrava un vero e proprio miraggio, termina per il centravanti con l'invidiabile bottino di 13 gol in 20 partite.

A quanto pare, però, questi numeri non bastano per conquistare in toto il tifo romanista, a una parte del quale Destro proprio non piace tecnicamente e a livello agonistico. Ma poco male, perché Garcia sembra credere al 100% nel suo giocatore. Però non tutto quel che è oro luccica perché - nonostante gli attestati di stima che il francese gli riserva a parole - con l'inizio della stagione in corso Destro trova sempre meno spazio. Per Garcia il centravanti titolare è Totti, assieme all'inamovibile Gervinho e con Iturbe e Ljajic che si spartiscono il ruolo di terzo attaccante. Allo scarso minutaggio segue quindi un bottino di gol che langue (5 in 19 presenze in tutte le competizioni fin qui) e un morale ai minimi storici. "Garcia fa le sue valutazioni, io farò le mie", il gelido messaggio inviato da Destro al proprio allenatore in risposta del poco impiego, parole che gli inimicano una larga parte della tifoseria e convincono sempre più Garcia che anche caratterialmente non sia l'uomo su cui puntare. Qualcosa si è definitivamente spezzato tra Destro e la Roma, qualcosa di ormai irreparabile. L'addio già a gennaio - destinazione Milan - è quindi un epilogo inevitabile, la fine anticipata di un amore mai completamente sbocciato.