20 anni e oltre di numeri di maglia: record, maledizioni e rarità

01.01.2017 20:00 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
20 anni e oltre di numeri di maglia: record, maledizioni e rarità
© foto di Twitter AS Roma

Dal 1995/1996 la Serie A ha adottato la numerazione fissa per le maglie, inserendo sul retro delle casacche anche il cognome (o soprannome) del calciatore sulle spalle, sopra al numero. Questo ha generato la nascita di veri e propri marchi di fabbrica dei giocatori, spesso riconoscibili per l'utilizzo di un numero particolare che li hanno accompagnati per diversi anni.

I PIÚ LONGEVI - Parlando della Roma, è ovvio che a detenere il record del mantenimento dello stesso numero per più stagioni sia Francesco Totti: il Capitano veste la numero 10 per la ventesima stagione consecutiva. La ereditò da Daniel Fonseca, numero 10 nella stagione 1996/1997, che a sua volta la vestì dopo Giuseppe Giannini, primo numero 10 "fisso" della storia della Roma. Dopo Totti, c'è l'altro odierno capitano giallorosso, Daniele De Rossi, che ha sulle spalle il 16 da 12 stagioni: la prima volta nel 2005/2006, dopo aver abbandonato il 4 della stagione precedente e il 27 delle prime due annate da "aggregato"; oltre a queste, nella stagione 2000/2001 c'è anche una maglia numero 26, però mai utilizzata in gare ufficiali. C'è un terzo giocatore capace di arrivare in doppia cifra ed è Marco Delvecchio, che ha tenuto il numero 24 dal 1995/1996 al 2004/2005. Simone Perrotta e Damiano Tommasi hanno vestito rispettivamente il 20 e il 17 per 9 anni, poi c'è Montella, proprietario della numero 9 per 8 stagioni.

IL MALEDETTO 3 - Nella numerazione classica, il 3 appartiene al ruolo del terzino sinistro, uno di quelli di cui la Roma, soprattutto di recente, ha trovato difficoltà a reperire un degno rappresentante che durasse nel tempo. Casualità (ma non troppo) vuole che questo si rifletta anche nella numerazione fissa: la maglia numero 3 è infatti quella che ha avuto più proprietari, ben 16. Solo tre di loro l'hanno indossata per più di una stagione: Antonio Carlos Zago, dal 1998 al 2002 dopo aver abbandonato la 30 indossata nel 1997/1998, Marco Lanna, tra il 1995 e il 1997, e Cicinho, tra il 2007 e il 2009 (prima di passare al 2). La maglia numero 3 è stata inoltre protagonista di casi molto particolari: la mise sulle spalle un portiere, Cristiano Lupatelli (senza però mai scendere in campo), nel 2003/2004; fu il numero del desaparecido Gilberto Martinez, che mai ha esordito con la Roma a causa di un guaio al ginocchio; fu indossata a cavallo di due stagioni da uno dei peggiori acquisti della Roma americana, José Ángel, e da uno dei migliori, Marquinhos; fu lasciata da Ashley Cole, messo fuori rosa, a Lucas Digne nella scorsa stagione.

1 E 12: SOLO PORTIERI - Come nel già citato caso di Lupatelli (che al Chievo portò addirittura la maglia numero 10), la numerazione fissa ha creato casi molto particolari, basti pensare al match col Chievo di pochi giorni fa in cui Jonathan de Guzmán ha siglato il primo gol di un giocatore di movimento con la maglia numero 1. Nella Roma, almeno in questo caso, la sacralità è stata rispettata: le maglie numero 1 e numero 12 sono state utilizzate infatti solamente da portieri. Resta però incredibile la vicenda di Bogdan Lobont, depositario del numero 1 per 7 stagioni giocate da terzo portiere, con i vari titolari "costretti" a prendere numeri non certo usuali per gli estremi difensori: sono scesi in campo Doni con il 32, Artur con il 25, Julio Sergio con il 27, Stekelenburg con il 24, Curci con il 18, Goicoechea con il 13, De Sanctis con il 26 e Szczesny con il 25. Il polacco, proprio in questa stagione, si è però riappropriato del numero classico, lasciando al rumeno il 18.    

PEZZI QUASI UNICI - Ci sono poi alcune maglie che qualcuno oserebbe definire "da collezionisti". Oltre agli altri due numeri indossati in carriera da Totti (che esordì contro il Foggia con il 9 ma in numerazione classica e che ha portato nelle prime due stagioni con numerazione fissa il 17 e il 20), ci sono state altre maglie curiose nel corso degli anni. Nell'estate del 2009, Jérémy Menez portò il 93 per le quattro gare dei preliminari di Europa League: la sua scelta era ricaduta sul 94, ma ci fu un errore che poté essere corretto solo a inizio campionato e in Europa solo dalla fase a gironi. Mattia Destro, nel 2012, ha dovuto aspettare che Borriello gli cedesse il suo 22 portando il 12 nelle prime gare amichevoli (ma mai in gare ufficiali), mentre Adem Ljajic ha indossato proprio la 22, dopo aver portato l'8 per due annate, in panchina al Bentegodi contro l'Hellas nella prima giornata dello scorso campionato, prima di essere ceduto all'Inter. Infine, alcune maglie di giocatori "storici" non abbinati ai numeri con i quali li ricordiamo: Tommasi portò il 18 per un anno, Di Biagio il 13 e il 15 oltre al 4, Aldair il 4 e il 5 oltre al 6 (ritirato per 10 anni e riconsegnato poi a Kevin Strootman nel 2013), Candela abbandonò il 32 nel 1997 per poi riprenderselo due anni più tardi, Balbo indossò 21 e 16 nei due anni di ritorno in giallorosso dopo le esperienze a Parma e Firenze, Montella chiuse la carriera nel 2009 con la 23, Panucci scelse 14 e 23 prima di tuffarsi sulla 2 dopo l'addio di Cafu.