Andreazzoli: "Vogliamo essere concentrati sul Pescara. Il derby? Preferirei giocarlo di sera". FOTO! AUDIO! VIDEO!

Dall'inviato Alessandro Carducci
20.04.2013 13:25 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Andreazzoli: "Vogliamo essere concentrati sul Pescara. Il derby? Preferirei giocarlo di sera". FOTO! AUDIO! VIDEO!
© foto di Alessandro Carducci

Alle ore 13.30 Aurelio Andreazzoli si è presentato nella sala stampa del Centro Tecnico Fulvio Bernardini per la consueta conferenza stampa della vigilia di Roma-Pescara.

Cosa vi aspettate e cosa chiedete dal campionato?
"Chiariamo un aspetto. Siamo felicissimi di aver raggiunto la finale di Coppa Italia, era uno degli obiettivi che ci eravamo prefissi, siamo molto soddisfatti di poter dare la possibilità ai tifosi e alla città di vivere una giornata che penso sarà indimenticabile perché sarà una giornata di festa. Roma avrà la possibilità di dimostrare al mondo la propria civiltà e il proprio amore per lo sport. Detto questo, vi prego di non farmi nessuna domanda sulla finale di Coppa Italia, perché non risponderò da qui alla fine del campionato. Abbiamo l'obbligo di ragionare gara per gara per incrementare la nostra classifica e per toglierci le soddisfazioni che meritiamo, verso le quali lavoriamo tutti i giorni per molte ore al giorno. Vogliamo essere concentrati sul Pescara. Non chiedetemi né oggi, né poi perché mi costringete a dirvi di no. Temo moltissimo il Pescara, perché magari la tensione si rivolge a certi altri momenti. Abbiamo la convinzione e di poter incrementare la classifica e dovremo farlo, dobbiamo mettere tutte le energie disponibili. Il nostro futuro lo costruiremo di volta in volta. Abbiamo fatto due trasferte interessanti, un ritiro molto piacevole per trattamento e risultati, siamo contenti e ora pensiamo al Pescara. La classifica tra un po' ci dirà dove saremo andati a finire".
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Come gestirete Destro?
"E' il nostro mestiere a chiederci cautela. Principalmente vogliamo la salute dei nostri calciatori e facciamo certe considerazioni".

Tatticamente, la Roma ha cambiato molto. Ha trovato col 4-3-3 il modulo giusto per completare il campionato?
"Abbiamo detto tante volte anche questo, il nostro è stato un percorso alla ricerca di tante situazioni e il mantenimento di tutto ciò che di buono sapeva fare questa squadra. Siamo arrivati al momento di dover fare il giusto mix tra tutte le esperienze fatte, talune necessarie, talune anche forzate, ora credo che abbiamo idee molto più chiare. Abbiamo dovuto gestire una situazione di infortuni, ora ne siamo usciti seppur non totalmente, abbiamo quasi tutto il gruppo ricomposto e facendo leva sull'esperienza fatta in questo periodo cercheremo di prendere il meglio".

Perché è tornato alla difesa a 4? La difesa a 3 era una scelta a livello psicologico di rottura col passato?
"Credo che ci siano motivi mentali e tecnici. Un po' la necessità di ricerca di sicurezze, un po' le scelte sono determinate dalla disponibilità numerica dei calciatori, talvolta invece sono anche gli avversari a poter condizionarti col loro sistema di gioco, quindi nella nostra testa c'è il tentativo di avere un'idea che sia la nostra, perché se hai un'idea da perseguire è facile creare un'identità, tenendo anche conto delle peculiarità degli avversari. So per esperienza certa che in Serie A, se non consideri gli avversari, hai possibilità di rimetterci. L'ideale è fare benissimo entrambe le cose. Non sono d'accordo quando si dice che un sistema indica una strada. Non è così, perché è l'interpretazione di un sistema a indicare la strada. Ci sono squadre che giocano a 4 in campionato che sono estremamente offensive e votate al perseguire l'obiettivo con quel sistema e squadre che difendono a 3 che sono ancora più offensive di altre che giocano a 4 e viceversa. A volte chi gioca a 3 è molto difensivo, dipende dall'interpretazione degli esterni. La Juventus gioca a 3 ma è estremamente offensiva. La Juventus è più brava di noi perché può attaccare con 6 persone, noi con 5. Giocando con due interni e un regista basso loro possono rendere offensive anche le mezzali, nella nostra scelta con due mediani bassi questa possibilità ci è preclusa. E' la filosofia a indicare la strada".
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Dopo la semifinale di Coppa Italia si è diffusa l'errata convinzione che il più sia fatto. Cosa può fare un allenatore per evitare un contagio?
"Quello che ha fatto stamani con molta decisione, facendo ciò che deve fare una persona in questo ruolo: prevedere quello che può succedere facendo leva su esperienze negative passate. Quando tu ti presenti a una gara di Serie A, sia contro la prima che contro l'ultima, se non hai un atteggiamento mentale importante paghi con certezza. La storia della Roma degli ultimi anni ha un elenco lunghissimo di queste situazioni, ma anche la nostra storia recente come nel caso di Palermo, unica pagina nera di questo periodo, da dove siamo tornati a casa giustamente sconfitti".

I dirigenti hanno parlato del suo futuro?
"Non c'è stato mai bisogno di parlare di questo, abbiamo avuto sempre idee chiarissime di quello che dovevamo fare e del mio ruolo, che è da qui a fine campionato teso a ricavare il massimo da questo periodo, sia nella valorizzazione dei calciatori, sia nel raggiungimento di obiettivi di classifica estremamente importanti per la società. Il nostro obiettivo era anche quello di arrivare al derby di fine stagione, per godere di una giornata indimenticabile".

La difesa a 4 è una scelta anche voltata a riportare Lamela più vicino alla porta?
"Influisce tutto, anche questo. La scelta di un sistema non deve essere una sorta di crociata di un allenatore. E' fare una valutazione dei propri calciatori e adattare il sistema di gioco e i compiti che si assegnano i calciatori devono essere tesi a salvaguardare le caratteristiche e a permettere ai calciatori di esprimersi e rendere al meglio. E' chiaro che non si possono accontentare al 100% le caratteristiche dei calciatori, ma bisogna tendere al meglio per ottenere il massimo. Avendo i calciatori la possibilità di dare il meglio, è un meglio di cui si avvarrà la squadra. E' chiaro poi che devi fare riferimento a qualcosa che abbia una precisione sulla quale lavorare".

Il modulo più idoneo era anche il 4-3-3 di Zeman?
”Sì, tant’è che lo sto riproponendo. Però abbiamo fatto anche delle forzature come con Lamela esterno alto, ma sempre ritenendolo come esterno offensivo, sfruttando le sue caratteristiche, cosa che non potrebbe fare Nico Lopez ad esempio. Marquinho era un esterno molto offensivo, come con Zeman a Catania, e l’ho spostato ad ala. Se metti Lamela sull’esterno non è un terzino, ma una punta esterna”.
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Se la Roma domani vincesse sarebbero 20 punti in 10 partite. Si aspetta la riconferma?
”Nella nostra idea vogliamo aumentare questa media. Se il risultato finale fosse con queste attese saremmo molto soddisfatti. Mi aspetto di essere apprezzato per il lavoro fatto. Non significa riconferma o non riconferma”.

Li lavora con Sabatini per rinforzare la squadra?
”Stiamo lavorando per vincere domani, non per altro”.

Come si può migliorare l’approccio?
”Ci siamo posti delle domande e stiamo cercando le risposte, come stamani. Insistiamo nel migliorare un aspetto che non ci piace. La squadra vuole comportarsi come al secondo tempo con l’Inter, non era piacevole neanche per loro subir un avversario e fare fatica per contrastarlo”.

Crede al terzo posto?
”La matematica dice che l’obiettivo è possibile, noi sfruttando la possibilità di domenica in domenica di avanzare in classifica tendiamo al massimo consentito, come le squadre davanti a noi. Se qualcuno ci aspetta, ben venga. Non facciamo tabelle o pensieri, vogliamo avere il massimo”.
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Ha preferenze sull’orario della finale di Coppa Italia?
”La gara era stata programmata ad un certo orario, la sera, che è l’ideale a maggio. Non abbiamo possibilità di scelta, ci sono le autorità competenti che decideranno e ci atterremo alla decisione. Ma se dovessi esprimere una preferenza, direi la sera”.

In tutti i moduli da lei provata, perché non ha mai provato il 4-2-3-1 che ha più esaltato De Rossi?
”Abbiamo già giocato con due mediani con la difesa a tre e lui si è trovato a suo agio. Ha dimostrato di saper giocare bene con un compagno vicino ma anche da solo come in Nazionale. Dipende solo dalla sua condizione fisica, ha avuto questo inconveniente nell’ultima partita in casa che ne ha condizionato il recupero. A Milano ha fatto bene pur non allenandosi in settimana”.

I turni pomeridiani con il caldo possono influire nella prestazione?
”Può succedere, come i 20 gradi di Palermo. I ragazzi fanno più fatica soprattutto le prime volte. Però il calcio si deve giocare in tutti gli orari e ci dobbiamo adattare. I problemi ci sono per entrambe le squadre”.

Il fatto che il Pescara giochi in scioltezza può complicare le cose?
”E’ uno dei pericoli che temo e l’ho detto anche ai ragazzi stamani. Loro vorranno mettersi in mostra davanti a un grande pubblico e dobbiamo aspettarci che questi pericoli saranno nostri nemici e amici degli avversari”.

Lamela sembra rendere al meglio con la difesa a 4. E’ d’accordo?
”Qualsiasi calciatore si trova meglio quando non è da solo. La squadra deve fare in odo di dare copertura a tutti i calciatori, altrimenti c’è un errore di base”.
 

Conferenza Andreazzoli pre Roma-Pescara 20.4.1.13 by Vocegiallorossa.it