Riscone - Burdisso: "Deve essere l'anno di Lamela. Non siamo ancora al livello delle prime. Sono qui per vincere, non per la città". FOTO!

12.07.2012 13:43 di  Redazione Vocegiallorossa   vedi letture
Alessandro Carducci
Alessandro Carducci
© foto di Voce giallorossa

Nicolas Burdisso ha parlato in conferenza stampa dal ritiro di Riscone di Brunico. Come di consueto, Vocegiallorossa.it vi proporrà la diretta testuale e fotografica dell'evento.

Sei stato tra i migliori, sei reduce da un grane infortunio ma ti sei ripreso bene. Le tue sensazioni? Come giudichi il lavoro di Zeman?
"Sensazioni positive, un ritiro così forte e intenso non l'avevo mai fatto, forse in Argentina ad inizio carriera. Siamo tutti consapevoli di dover dare il massimo, cerchiamo di arrivare al top fisicamente".

Tu come stai?
"Sono stato troppo tempo fermo, mentre gli altri facevano le vacanze io ho lavorato per cercare di arrivare al meglio, anche se nessuno era preparato per questo tipo di lavoro (ride ndr)".

Come collochi la Roma?
"Deve crescere tanto, forse non siamo al livello dei campioni d'Italia e del Milan ma siamo forti. Abbiamo tanti giovani che possono crescere, nessuna squadra ha tanti ragazzi di prospettiva. Vogliamo tutti fare un campionato da protagonisti".

Può essere l'anno di Lamela?
"Non può ma deve essere l'anno suo. Lo sa lui, lo sa Osvaldo e anche Pjanic farà un gran campionato. Molti pensano sarà un altro anno di transizione mentre noi pensiamo il contrario".

Basta il tuo recupero più l'arrivo di Castan per sistemare la difesa? Differenze tra la fase difensiva di Zeman e Luis Enrique?
"Sulla fase difensiva abbiamo lavorato ancora poco e comunque non riguarda solo la difesa. Oggi si attacca tutti assieme e si difende tutti assieme. Con Luis Enrique noi non siamo stati all'altezza, dobbiamo migliorare ed essere più concreti".

Tornerai il vero Burdisso per l'inizio del campionato?
"E' quello che mi auguro, è questione di condizione atletica. Il ginocchio è guarito, mi sono allenato per eliminare la lesione. Quello che sto cercando di fare è quello di mettermi a posto fisicamente e tecnicamente per avere un anno da protagonista".

Hai avuto paura di non farcela?
"Sì, tutti i giorni. Penso che faccia bene chiederselo. Dovevo cancellare completamente l'infortunio".

Un giudizio su Romagnoli?
"Ha personalità, tecnicamente è bravo. Le ultime due settimane dello scorso anno ha giocato con la Primavera, se lavora ha grande prospettiva di crescita. Mi auguro che questi ragazzi possano crescere qui a Roma".

Cosa non è andato l'anno scorso?
"Non è una cosa sola, ci sono tante cose che non sono andate bene. Siamo comunque migliorati tutti lavorando con Luis Enrique, non abbiamo capito bene il calcio che doveva fare, il pressing e il gioco nella metà campo avversaria. Quest'anno sarà abbastanza simile, bisognerà imparare dagli errori dell'anno scorso e fare bene quest'anno".

Totti ha detto che la Roma è lontana dalle grandi, Bojan invece ha detto di credere allo scudetto. A chi sei più vicino?
"Penso come entrambi. Siamo tutti sulla stessa barca, vogliamo fare una stagione da protagonisti. Poi vince uno solo, ma bisogna lottare per vincere, arrivare a maggio con la possibilità di lottare per vincere. Se Francesco vuole i campioni e Bojan vuole puntare sui ragazzi possiamo parlarne, ma vogliamo tutti la stessa cosa".

C'è una persona che è stata fondamentale per il tuo recupero?
"Ne devo ringraziare tante. La società, il prof. Cerulli, lo staff medico della Roma, i dirigenti che mi hanno detto di restare. Devo ringraziare soprattutto Silvano Cotti che non è più con noi, che è stato con me dall'inizio alla fine".

Il tuo rapporto con Osvaldo?
"Siamo amici, abbiamo sempre discussioni e sempre ne avremo. Quando le cose non vanno bene, chiarire le cose fa bene alla squadra. Con lui ho un ottimo rapporto, suoniamo insieme la chitarra in camera".

Hai intenzione di rimanere a Roma a vita?
"Mi trovo molto bene qui. Quando mi sono infortunato la società mi ha chiesto di rinnovare il contratto, ho detto che non era il momento. Resto qui per vincere, non per la città, mi piacerebbe vincere".

Su chi ti sentiresti di scommettere?
"Tutti hanno visto cosa possono fare Lamela e Osvaldo, punto su Florenzi, credo che col suo carattere possa dare un grosso contributo".

Saresti disposto a vivere un altro anno di passaggio?
"Ci vuole tempo, ma quando uno viene in ritiro non lo fa pensando ad un anno di transizione. Siamo a Roma, siamo una grande squadra, ogni volta che si è in una squadra simile si pensa a vincere. L'ho detto tre anni fa, ho detto che potevamo lottare per lo scudetto e ci credevano in pochi. Penso lo stesso, penso che qui bisogna pensare sempre a vincere, non ci aspettiamo un anno di transizione. L'anno scorso abbiamo sbagliato tanto, quest'anno non possiamo fare lo stesso".

La mentalità vincente è mancata alla squadra l'anno scorso?
"Può darsi, anche se l'ho vissuto da fuori. In qualche momento siamo calati, abbiamo preso batoste, ma non sono io da solo. C'è un gruppo con una mentalità vincente. Il gruppo si conosce bene, sappiamo cosa possiamo dare, siamo consapevoli tutti che quest'anno dobbiamo dare di più per arrivare fino in fondo, è quello che vogliamo".

La preparazione?
"Sono metodi diversi. Stiamo facendo un lavoro forte, penso che stiamo lavorando a livello mentale. Stiamo facendo allenamenti tosti, nei quali bisogna correre tanto ma anche allenare la testa. Ci farà bene, ci renderà più forti mentalmente, più cinici. Ci è mancato questo l'anno scorso".

Hai visto Castan?
"L'ho visto bene. E' un giocatore serio, concreto. Si abituerà bene a Roma. Gioca in una grande del Brasile, non sentirà il cambio. Dobbiamo essere noi ad aiutarlo ad inserirsi nel gruppo e vivere in una piazza calda come Roma".

Hai parlato con i dirigenti?
"Ho parlato con DiBenedetto perché il figlio ha avuto lo stesso infortunio. Ho un buon rapporto con Baldini e Sabatini ma non ho parlato con i dirigenti americani".

Cosa pensi della cessione di Thiago Silva e Ibrahimovic da parte del Milan?
"Dispiace per il calcio italiano. Ricordo il calcio italiano di una volta, quando era il top. Adesso è ben diverso, all'Italia servono campioni come loro. Mi auguro che restino qui per fare più bello il calcio italiano e per avere un campionato più bello".