Montella: "Totti è il massimo esponente della romanità, è l'emblema della Roma"

05.04.2012 17:30 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
Fonte: Mediaset Premium
Montella: "Totti è il massimo esponente della romanità, è l'emblema della Roma"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Vincenzo Montella, allenatore del Catania ed ex calciatore della Roma, è intervenuto ai microfoni di Mediaset Premium per parlare di vari argomenti: “La mia esultanza? Non fu una cosa studiata, ma nacque in un Genoa-Cesena, nel mio primo anno di B con la maglia rossoblu. Ero stato relegato in panchina, ma entrai e segnai un bel gol in rovesciata. Rialzandomi, mi venne spontaneo esultare in quella maniera. Da allora non l’ho più abbandonata. La Roma del 2001? Quella era davvero una squadra fortissima. Avessimo avuto un’altra testa, un’altra mentalità, avremmo potuto vincere molto più di un solo scudetto perché avevamo un potenziale enorme ed eravamo più forti di tutti. Ripensandoci, però, forse e’ stato meglio così perché vincere uno scudetto a Roma è qualcosa di unico e irripetibile. A distanza di una settimana dal trionfo, ricordo che ero con Totti, Candela e altri compagni in un ristorante di Roma: la gente lo venne a sapere e si creò una calca tale che fummo costretti ad uscire dal locale scortati dalla polizia.

Mancini e Totti? Mancini era un giocatore straordinario e godeva quasi più nel far segnare un compagno che nel fare gol lui stesso. Ebbene, io in quegli anni vivevo solo per il gol e ho beneficiato ampiamente di questa sua attitudine. Totti invece è il massimo esponente della romanità, anche a livello internazionale. Dopo 15 anni eccezionali ha sempre quel modo di giocare simpatico che riesce a far presa anche sui ragazzini. Quando smetterà, per i tifosi della Roma non sarà un momento facile, perché Totti è l’emblema del club. Totti è la Roma. I 4 gol nel derby? Ancora oggi, a dieci anni di distanza, i tifosi della Roma me lo ricordano, non la smettono di ringraziarmi ed è una cosa che mi fa piacere. E pensare che, lì per lì, quei 4 gol non riuscii nemmeno a godermeli troppo: avevo un carattere introverso e freddo che non lasciava spazio a entusiasmi particolari. Un peccato, oggi sicuramente vivrei un’emozione così ben più intensamente“.