De Rossi: "Bisogna continuare su questa strada, difficile parlare di obiettivi"

06.12.2011 18:14 di Adriano Mazzone   vedi letture
Fonte: Sky Sport
De Rossi: "Bisogna continuare su questa strada, difficile parlare di obiettivi"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

La sfida di lunedi 12 dicembre tra Roma e Juventus rappresenta la prima partita che andrà in onda in 3 dimensioni su Sky 3D.
Per prepararci all'evento, Sky proporrà questa sera un'intervista, realizzata in 3 dimensioni, a De Rossi e Marchisio, i "nuovi" simboli delle due squadre, stasera alle ore 21:00.

De Rossi a Sky

Trovi similitudini tra Luis Enrique e un allenatore che hai avuto nel passato?
"E’ sempre difficile trovare similitudini, perché ognuno porta quello che ha di suo, ognuno viene dalla propria esperienza e dalla propria realtà. Ma se devo proprio tirarne fuori uno, dico Spalletti. Anche lui ha portato qualcosa di nuovo, di bello. Ha fatto giocare questa squadra molto bene. La cosa che mi fa ben sperare è che, con lui, abbiamo iniziato a giocare veramente bene dopo Natale. Questo dimostra ancora di più che a volte c’è bisogno di tempo".

Pensi di avere anche un ruolo di responsabilità nei confronti dei tanti giovani che sono arrivati?
"Credo che io abbia la responsabilità nei confronti di tutti di dimostrare sempre che sono un professionista e di curare tutti gli aspetti della mia professione, come sto facendo quest’anno. Toccando ferro, non ho saltato neanche un minuto e questo lo devo all’allenatore, ai tifosi, ai compagni giovani, ma anche a quelli della mia età. Sicuramente quelli giovani vanno aiutati quando le cose non vanno bene e vanno sostenuti perché sono tutti molto bravi".

Definisci il tuo ruolo.
"Io ne ho parecchi di ruoli. Quello di quest’anno è un ruolo che, per interpretazione e per posizione, è abbastanza nuovo, ma è un ruolo che amo molto. Mi sto trovando bene e ne ero convinto già quando ne avevo parlato con il mister. Sono un centrocampista che può fare sia il regista davanti alla difesa che l’interno un po’ più avanti. Poi, se ce ne siano altri a disposizione, non lo so. Le qualità e le caratteristiche sono quelle di ogni centrocampista. Ormai nel calcio di adesso bisogna saper attaccare e difendere alla stessa maniera".

Degli undici nuovi acquisti, chi ti ha colpito di più?
"Ognuno ha qualcosa di particolare, di speciale. Soprattutto questi giovani sono veramente forti e si vede che diventeranno fortissimi. Nell’ultima intervista avevo fatto il nome di Josè Angel perché ha davvero delle qualità incredibili. Ma non citare Bojan, Lamela o Kjaer è un peccato. Secondo me, però, quello che sta facendo meglio di tutti è Pjanic, che nonostante sia veramente un bambino, ha una personalità, un carattere e un carisma da veterano e credo che bisognerebbe tenerselo stretto".

Dove può arrivare come obiettivi la Roma?
"Non lo so. Innanzitutto, bisogna continuare su questa strada, bisogna continuare a migliorare e a lavorare per raggiungere questa identità che stiamo cercando. E’ difficile tirare fuori adesso gli obiettivi e cercare di scoprire quale sarà la nostra posizione a fine anno, proprio perché è tutto nuovo. Anche perché vedo squadre come la Juve, che è prima in classifica  e che sta facendo benissimo, e loro sono i primi a dire che lottano per lo scudetto. Quindi aspettiamo. Credo che se questa squadra arrivasse tra le prime tre farebbe un miracolo sportivo".

Marchisio?
"Ricordo la prima volta che ci giocai contro. Era Empoli-Roma e vincemmo con grande fatica. Dopo, entrai nello spogliatoio e, parlando con i miei compagni, dissi di lui e di Giovinco: “Questi diventano due campioni”. Non mi hanno smentito".

Sei nato e cresciuto nella Roma. Cosa ti dà in più questo percorso?
"E’ una fortuna che hanno in pochi e che possono mantenere in pochi. Già fare una sola stagione nella propria città, dove si ha sempre tifato, è una fortuna che hanno in pochi. Riuscire a fare tutta la trafila e diventare giocatori di una certa importanza è qualcosa di unico e Marchisio, ad esempio, lo sta facendo".

Che idea ti sei fatto del progetto Juve? Può portare subito allo Scudetto?
"A quanto pare sì, è un progetto che li porta in testa alla classifica. Quello che dimostrano sul campo, al di là del progetto, è che hanno voglia di rimanerci, al di là delle parole che dicono. Il progetto mi sembra importante e lo stadio è il biglietto da visita più importante che hanno. E’ uno stadio che porterà soldi e, comunque sia, i soldi portano soldi. Credo sia una squadra destinata a tornare nelle vette del calcio europeo".

Cos’ha portato di nuovo Conte alla Juventus?
"Sicuramente, i punti. La differenza tra una formazione che arriva settima, ottava per due anni di seguito ed una che sta in testa dalla prima giornata di campionato, c’è. Poi, non so se ci arriveranno fino alla fine, ma la differenza c’è. A me personalmente come allenatore piace molto, è uno che vive la partita quasi come i calciatori, è uno che capisce di calcio e che ha dato concretezza. Soprattutto, non ha cercato nomi clamorosi, ma ha creato una squadra vera con i giocatori che aveva e con qualche innesto. Secondo me, questo è quello che sta dando più frutti".

 

Marchisio a Sky

Il tuo rendimento di quest’anno riguarda solo l’aspetto tattico o c’è stato anche un passo avanti dal punto di vista della mentalità?
"E’ normale che, con il passare degli anni, aumenti l’esperienza e la fiducia nei propri mezzi. C’è stato anche un cambio di modulo: siamo partiti con un tipo di gioco e poi abbiamo cambiato durante l’inizio del campionato e credo che la squadra lo abbia assorbito al meglio. Soprattutto per gli interpreti che ci sono. Abbiamo dimostrato di saper sopportare i cambiamenti e di saper portare a casa risultati molto importanti come quello di Milano".    

Sui complimenti ricevuti.
"Fanno sempre piacere, soprattutto in questo periodo in cui tutti questi elogi, ai singoli e alla squadra, ci spingono in campo motivati e non ci fanno abbassare la guardia. Ci stanno portando verso ottimi risultati".

Pirlo?
"Mi viene subito da pensare che giocare con lui è facile. Andrea è uno tra i 2 o 3 migliori centrocampisti al mondo, insieme a Xavi. Per noi è stato un acquisto importantissimo perché, oltre alla sua classe, ha portato anche esperienza e serenità all’ambiente. Si vede poi in campo".

L’effetto Juventus Stadium?
"Vale tanto. E’ normale che, essendo un impianto nuovo, c’era tanta voglia di scoprirlo. Da parte nostra e, soprattutto, da parte dei tifosi. Da quando è iniziato il campionato, l’appoggio dei tifosi è sempre stato costante, dà molta carica hai giocatori".

Scudetto?
"Non è che sia una parola da non pronunciare, però ora è presto. La classifica dice che adesso la Juve è prima e questo è molto importante per noi, però avremmo potuto avere dei punti in più. C’è tanto tempo davanti. Abbiamo dimostrato di saper fare un ottimo calcio e ora ci aspettano altre partite nelle quali sarà importante non sbagliare".

Il centrocampo di Juve e Roma a confronto.
"Sicuramente sono due ottimi reparti. Sarà una bella battaglia, con De Rossi che conosco bene, ma anche con gli altri che sono al primo anno in Italia e stanno facendo bene, si sono integrati benissimo".

Il progetto della Roma?
"E’ un progetto importante, hanno cambiato molto. Quello che mi è piaciuto dei dirigenti della Roma è che c’è tanta fiducia, si crede nel progetto e penso che questo sia importante per far crescere una squadra".

Il senso di appartenenza alla maglia?
"E’ chiaro quanto sia importante indossare la maglia della propria città, quella in cui si è cresciuti. Ti dà una carica in più e ti spinge a trasmetterla anche ai compagni, soprattutto ai nuovi. Si cerca di dare l’esempio".

Possibilità di trasferimento?
"Anche se quest’estate c’erano voci di mercato, io ho sempre avuto la fiducia della società. Avevo appena rinnovato e non avevo motivo di pensare ad altre cose".

Definisci il tuo ruolo
"L’importante è saper giocare sia in fase offensiva che in quella difensiva. Credo che oggi il centrocampista, per essere importante, debba fare più gol possibili, cercare l’inserimento e saper fare molte cose, come sto facendo io".